I CHEMELLO CAMPIONI: “VITTORIA DI TUTTI”

lunedì 18 giugno 2012

Antonio Chemello

A qualche settimana di distanza dalla vittoria alla Sfida del campanile della trasmissione televisiva La Prova del Cuoco, Antonio Chemello vive ancora con intensità l’emozione di quel fatidico  giovedì 24 maggio. E ciò che più colpisce, ed è il primo segnale di una simpatia che si accompagna ad una grande modestia, è che prima di tutto questo “chef campione d’Italia” ci tiene a ringraziare.
E’ una vittoria di tutti, perché non mi aspettavo veramente che avrei raccolto ben 3mila voti nella finalissima – dice -. La gente  ferma me e mio figlio Marco per strada per ringraziarci di aver dato lustro ai prodotti vicentini, ma rispondiamo sempre che ringraziamo prima di tutto loro, che ci hanno consentito di farlo, di arrivare alla finale facendoci superare ben sette sfide
Vero è che se qualcuno prende in mano il telefono per spedire un sms lo fa anche perché ha apprezzato i prodotti e i piatti che avete proposto.
Credo emergesse il fatto che eravamo davvero convinti di tutto ciò che portavamo: personalmente sentivo che stavo proponendo veramente dei prodotti della mia terra a volte ancora poco conosciuti e che meritavano di avere questa vetrina in tivù”.
Ci ha indubbiamente  colpito la vostra capacità di inventarvi piatti che comprendessero il maggior numero possibile di prodotti del territorio.
Devo essere sincero: con questa trasmissione mi sono fatto una cultura anch’io, perché alcune specialità le conoscevo davvero poco, come il salmerino, ad esempio, un pesce che è un po’ finito nel dimenticatoio. La verità è che all’inizio siamo andati sul sicuro con il Bacalà alla Vicentina e alcuni altri piatti tipici. Poi abbiamo dovuto fare un gran lavoro di ricerca su tante specialità di nicchia e devo dire che davvero il Vicentino è una miniera inesauribile. Meno male che al nostro fianco avevamo dei colleghi che ci hanno aiutato davvero tantissimo e che voglio ringraziare ancora una volta: i ristoratori della Confraternita, gli chef Riccardo Cunico, Stefano Nardello e Agostino Dal Lago. E poi, soprattutto, Mario Baratto, che non solo ci ha affiancato con la sua grande professionalità, ma faceva anche un grandissimo tifo”.
A sostenervi anche tanti amici, non a caso al vostro ritorno a casa dopo la vittoria il paese ha fatto festa, c’erano persino majorette e gruppi di danza.
Sì, sono rimasto davvero senza parole dall’accoglienza che ci hanno riservato tanti amici, la Pro Loco, i nostri concittadini, il sindaco, la giunta. Abbiamo stappato un’infinità di bottiglie, è stata davvero festa grande. Ma la partecipazione popolare non c’è stata solo in questa fase finale, nelle giornate prima di ogni sfida ricevevo telefonate da ogni angolo della provincia per segnalarmi qualche prodotto da portare in trasmissione. Una volta erano gli avanotti, con gli amici della Pro di Bolzano Vicentino che si sono dati da fare per procurarmeli. O il sacchetto di fagioli freschi che mi sono arrivati direttamente da Posina grazie al sindaco. Per questo ripeto, sempre, che è una vittoria di tutti”.
Certo ma tu e Marco, diciamo la verità, in video sembravate proprio a vostro agio
Mio figlio Marco ancor più di me. Mi ha stupito tantissimo: era sereno, pacato, non sbagliava un colpo. Sono orgoglioso di lui ed è a lui prima di tutto che dedico questa vittoria. A lui e a Cristina (la moglie scomparsa prematuramente n.d.r.) che per vent’anni ha condiviso con me le gioie di questa professione. Siamo cresciuti assieme, lei era al mio fianco quando, a 18 anni, mi sono ritrovato ad essere titolare di questo locale a causa di una malattia di mio padre. Se oggi abbiamo raggiunto questo risultato il merito è anche suo”.
Alle spalle c’è comunque una famiglia da tanti anni nella ristorazione.
Sessantacinque anni, per la precisione.  Negli anni 40 siamo partiti con un ristorante che si chiamava “Tre Garofani”, in centro a Sandrigo. Erano tempi duri, non c’è che dire. Pensa che mio papà Palmerino e mia nonna, tanti anni fa, facevano anche il “catering” ante litteram per “sopravvivere”: andavano nelle case dei contadini a cucinare per le ricorrenze importanti o i matrimoni. Il cliente metteva i cibi e loro giù a cucinare. Qui alla Trattoria da Palmerino ci siamo trasferiti negli anni 60: ci lavorava papà e mamma Iole e io sono cresciuto “tra i fornelli” al punto che poi ho scelto di fare l’Istituto alberghiero”.
In cucina sei un paladino della tradizione, al punto che il vostro è uno dei locali più conosciuti dagli appassionati di Bacalà alla Vicentina. Ora cambierà qualcosa del tuo menu, dopo questa esperienza televisiva?
Certamente il menu del ristorante si arricchirà di tanti piatti proposti durante la trasmissione. Alcuni, come dicevo, sono stati una novità anche per me e voglio dare a chi ha la curiosità di scoprire i sapori di tanti prodotti del nostro territorio la possibilità  di assaggiarli, di viaggiare in un lungo e in largo nel Vicentino attraverso il senso del gusto”.


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