LA CILIEGIA DI MAROSTICA: DALL'ASIA FINO A NOI

Ecco alcune curiosità su uno dei frutti che caratterizzano il nostro territorio. La prima ciliegia in Italia ad aver ottenuto il Marchio di Riconoscimento Europeo IGP
venerdì 14 maggio 2021

LA PRIMAVERA PORTA IN TAVOLA I BRUSCANDOLI

Alle spalle dello splendido castello scaligero, risalente al 1312, le colline di Marostica offrono a primavera uno spettacolo unico nel loro genere: sono i tanti ciliegi in fiore, il cui candore dona alla zona un aspetto fiabesco.

Importato dall’Asia tremila anni prima di Cristo il frutto, che deve il suo nome ad un vocabolo di origine persiana, venne successivamente adottato e diffuso dai romani in tutto l’impero migliorandone la varietà, divenne infatti più grosso e succoso. Nello specifico nel marosticense troviamo la Sandra precoce dal nome del primo mezzadro che fece l’innesto, la medio-precoce di Roana, la Durona Romana, la tardiva Milanese, la Durone Rossa, la Morettina e la Biggareau la cui particolarità è una spiccata resistenza alla pioggia.

Come da consuetudine la stagione della ciliegia inizia nella seconda metà di maggio, circa sessanta giorni dopo la fioritura della pianta, e si protrae fino al giorno di San Giovanni il 24 giugno. Superata questa data non è insolito, grazie al caldo afoso e l’eccessiva maturazione, trovare dei parassiti bianchi di origine vermiforme chiamati appunto giovannini.

Una ciliegia tira l'altra” recita un antico proverbio, a significare la difficoltà a mettere freno a determinate azioni ripetendole quasi compulsivamente, ma nel caso delle ciliegie possiamo stare tranquilli: ricche di vitamina C e A che innalzano le difese immunitarie, contengono acido folico, hanno potere antiossidante e proteggono dai radicali liberi, aiutano a combattere le infiammazioni articolari, migliorano la digestione, sono utili a tenere sotto controllo gli stimoli della fame e proteggono la pelle dal sole.

Si coltiva nell’alto vicentino ancora dal lontano Medioevo, la ciliegia di Marostica, grazie al governatore Taddeo Parisio: diede ordine di piantare degli alberi di ciliegio per commemorare una sfida di scacchi viventi tenutasi nella piazza cittadina, indetta per dirimere una controversia tra due cavalieri. Questi ultimi, infatti, si contesero la mano della figlia del regnante senza incrociare le armi e diedero vita alla tradizione che si rinnova ogni due anni a settembre, la tradizionale partita a scacchi viventi.

La zona di produzione comprende i comuni di Salcedo, Fara Vicentino, Breganze, Mason, Molvena, Pianezze, Marostica, Bassano, limitatamente al territorio che si estende alla destra del fiume Brenta e Schiavon. Sul terreno collinare e fertile di queste zone, tra i 90 e i 400 metri, ha trovato il suo ambiente ideale, tanto che per la propria qualità – contraddistinta anche dal marchio IGP – questo piccolo e saporito frutto è protagonista in dolci, macedonie, confetture, sciroppi, oppure sotto grappa, prestandosi anche ad insoliti abbinamenti per antipasti, primi e secondi piatti.


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